
Keith Moon, il batterista degli Who, si descrive come il “più grande batterista Keith Moon-Type al mondo”. Questo musicista era molto attento alla tecnica di batteria rock che utilizzava durante i suoi live.
Ispirato dai lavori di Gene Krupa e Buddy Rich, Moon era un batterista che si è sempre sforzato di rendere eccezionale ogni performance della sua carriera e che diveniva ancora più cauto quando si trattava della ripetizione della sua vita in generale.
Molti di coloro che hanno ascoltato una sua esibizione hanno suggerito che fosse più di un semplice rock “stick-master”.
È noto anche per aver ispirato la creazione di Animal, il personaggio dei Muppet Show che suona la batteria. Non capita tutti i giorni di avere un batterista rock con la sua firma, che molti altri si sentirebbero orgogliosi di emulare.
Who am I – Il libro che parla degli Who
scritto da Pete Townshend
Questo libro racconta la storia degli Who senza tralasciare alcun dettaglio; scritta da Pete Townshend, questa biografia risulta essere uno scritto formidabile per tutti coloro a cui interessa immergersi nella storia del gruppo e dei suoi componenti.
Insomma, stiamo parlando di un’opera che nessun vero fan può lasciarsi scappare.
Keith John Moon: Un Batterista Con Uno Scopo

Una delle cose che ha sempre catturato l’attenzione di molti è stato proprio il carattere di Moon: era un artista che sapeva esattamente cosa voleva e come ottenerlo.
Ha usato il suo fascino per distruggere batterie e camere d’albergo con una tale forza da far pensare che il suo interesse fosse interamente per la batteria e che non gli importasse nient’altro.
Era come se la musica gli scorresse nel sangue ogni volta che toccava le bacchette.
Moon è noto per essersi rifiutato di suonare degli assoli di batteria, cosa che invece fanno molti batteristi.
Al contrario, ha scelto di trattare la batteria come lo strumento principale degli Who. Quando al bassista John Entwistle è stato chiesto di esprimere i suoi pensieri a riguardo per la rivista “Rolling Stone”, questi ha detto: “Le pause di Moon erano melodiche”. Questo perché Keith voleva suonare con tutti i membri della band in una volta.
In altre parole, non ha mai voluto lasciare indietro nessuno dei musicisti della band o sembrare che stesse attirando troppa attenzione. Questi metodi creavano molta armonia in ogni performance in cui era coinvolto durante la sua attività con gli Who.
Moon potrebbe aver avviato un diverso stile di batteria per il mondo della musica senza esserne consapevole.
Ha creato una tendenza melodica per la batteria che nessuno avrebbe mai pensato potesse essere possibile. Forse è proprio questo il motivo principale per cui Moon è un’icona nel settore.
“Who’s next?”

Moon veniva spesso chiamato “Moon the Loon” . Sul palco aveva uno stile spettacolare col quale adattare i rulli di tamburi in aree in cui non erano destinati.
In circostanze normali, sarebbe impossibile per altri batteristi ottenere una tale armonia tramite dei normali metodi di batteria.
Per Keith, solo le tracce di sintetizzatore presenti in “Who’s Next” hanno prodotto stabilità grazie al suo sconcertante senso del tempo.
Stephen Perkins, batterista della band statunitense Jane’s Addiction, una volta disse che Keith Moon è davvero orchestrato, paragonandolo a un timpano oppure ad un suonatore di piatti in un’esibizione orchestrale.
Perkins ha aggiunto che Keith sapeva far notare a chi lo ascoltava che la parte che stava recitando era essenziale. Poteva non essere esattamente alla fine delle quattro battute ma avresti comunque saputo quanto fosse importante.
Si tratta di creare dramma ed emozioni che si adattino bene a ogni batterista e ascoltatore.
Le esplosioni provocate da Keith Moon all’Holiday Inn e l’incidente al Smothers Brothers Comedy Hour
Moon è principalmente ricordato per la sua personalità esuberante, la quale rimarrà per sempre ricordata dalla storia soprattutto grazie a due episodi: faccio riferimento alla festa per il suo 21° compleanno all’Hotel Holiday Inn in Michigan e alla comparsa degli Who nello show televisivo americano The Smothers Brothers Comedy Hour del 1967.
Incidente al Flint Holiday Inn
Questo è forse l’atto distruttivo più celebre della vita di Keith; nel 1967, la band si stava esibendo nella città di Flint come gruppo d’apertura per il concerto di un altro gruppo, gli Herman’s Hermits.
In seguito allo show, il nostro membro degli Who stava celebrando il suo compleanno e si trovava in uno stato piuttosto “alterato”, in seguito al quale ebbe la geniale idea di gettare un candelotto di dinamite all’interno della tazza del gabinetto della sua stanza, la quale ovviamente esplose in mille pezzi.
Non solo, dopo l’accaduto, Moon the Loon salì a bordo di una Cadillac e si gettò dentro alla piscina dell’Hotel.
Tutto questo portò la direzione dell’Holiday Inn a bandire a vita gli Who da tutti i loro alberghi.
The Smothers Brothers Comedy Hour
Il 17 settembre dello stesso anno, gli Who avevano in programma un passaggio nel programma americano “The Smothers Brothers Comedy Hour”, il quale era molto seguito dal pubblico giovane e alternativo.
Per questa loro apparizione era stato pensato di mettere in atto qualcosa di esplosivo da esibire durante l’esecuzione dell’immancabile “My Generation”.
Moon chiese al responsabile degli effetti scenici di ideare un cannone da nascondere all’interno della grancassa e di riempirlo di polvere da sparo; la sua richiesta venne esaudita ma, non contento dell’effetto ottenuto, fece in modo che la carica venisse aumentata.
Come se ciò non bastasse e temendo che le disposizioni di sicurezza dello spettacolo potessero rovinare il suo gran finale, una volta che Bob LeHendro (il direttore di scena del programma) ebbe terminato l’aggiunta del materiale esplosivo, Keith provvide personalmente ad aumentare la carica esplosiva del cannone-grancassa, la quale era già stata potenziata.
Il risultato fu il seguente:
L’esplosione fu qualcosa di memorabile; il chitarrista della band confessò che in seguito a questo episodio iniziò a soffrire di problemi all’orecchio e lo stesso Keith si ritrovò un pezzo di piatto conficcato nel braccio.
Molti lo ricordano ancora per questo trucco e alcuni cercarono di emularlo senza successo. Moon è quindi rimasto un batterista iconico, anche se è morto giovane all’età di 32 anni.
La morte di Keith Moon
Keith Moon è stato senza ombra di dubbio uno dei più forti batteristi nella storia della musica rock, tanto da essere quasi alla pari con John Bonham.
La sua vita è stata indubbiamente segnata da fama ed eccessi di ogni tipo, che avessero a che fare con gli scherzi che era solito fare o con le droghe o con l’alcool da cui dipendeva.
Queste lo portarono ad avere problemi, sia dal punto di vista fisico che relazionale coi membri membri del gruppo, come dimostra l’episodio in cui il chitarrista degli Who, Pete Townshend, lo minacciò di essere cacciato dalla formazione se non avesse messo un freno al suo stile di vita distruttivo.
E’ infatti molto conosciuto il concerto del 1973 tenutosi al Cow Palace in California, durante il quale ingerì dei tranquillanti assieme a del brandy e collassò due volte sul palco.
Prima di morire, Keith passò la serata in compagnia di Annette Walter Lax, la sua ragazza, ad una festa con Paul Mccartney al Peppermint Park di Covent Garden per l’anteprima del film The Buddy Holly Story, il film biografico su Buddy Holly.
Dopo aver passato la serata, la coppia tornò a casa e Keith prese il farmaco con cui stava contrastando la sua dipendenza dagli alcolici.
La morte di Moon ebbe luogo il 7 settembre 1978, in seguito ad un’overdose di Heminevrin (il farmaco prescrittogli dal medico per combattere l’alcolismo) al Curzon Place di Londra (luogo dove morì anche Mama Cass).
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